Come un fiore sul quaderno, il romanzo di Isa Grassano

Una storia che si snoda tra i ricordi del passato ed il presente in un’alternanza di emozioni

Una volta si raccoglievano i fiori e si adagiavano dolcemente tra le pagine di un libro per farli seccare, sarebbero rimasti lì a memoria di un momento piacevole del nostro passato…

Leggere il libro di Isa Grassano “Come un fiore sul quaderno” (Giraldi editore) è un po’ questo, tornare indietro nel tempo dove ognuno di noi può ritrovare episodi simili della propria vita.


Una vita che copre un arco temporale dal 1982 al 2022, i cinquant’anni di Speranza, la protagonista, che attraverso dei flashback torna a quando aveva dieci anni, alla sua infanzia spensierata in una Basilicata arcaica e solitaria. Un periodo in cui ha un rapporto epistolare intenso con Rosa, una sorella misteriosa che vive in Svizzera. Tra loro un rapporto d’affetto e di desiderio di esser vissuto più da vicino, ma ostacolato dalla distanza per necessità.

Il racconto, che svela un colpo di scena finale, si snoda tra passato e presente, tra i ricordi della ragazzina solare e positiva e quelli della donna, orami adulta che in Romagna si è realizzata come proprietaria di un ristorante di cucina lucana e piatti della nostalgia.
Un “romanzo familiare” del passato eppure molto contemporaneo, di legami e anche talvolta incomprensioni.

La vita non è stata sempre facile per Speranza ma il suo ottimismo non l’ha mai abbandonata. Come scrive Anna di Cagno nella sua postfazione, «un romanzo che attraverso una scrittura delicata e profonda, che non rinuncia all’ironia e alla leggerezza, ci riporta all’essenza della vita, alla sua più importante e difficile destinazione: sapere trovare ovunque l’occasione di amare. E per riuscirci la sfida più difficile è rispettare un patto di fiducia con il mondo che, dopo averci messo alla prova, saprà ricompensarci, se davvero ci crediamo».

Un libro che ha il guizzo ironico e leggendolo regala serenità, fa riaffiorare i ricordi della propria infanzia, quelli che, belli o brutti che siano, ci appartengono e ci hanno reso più forti.

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